L'INDAGINE
L'inchiesta condotta dalla Gdf e dalla procura di Roma ha portato in
carcere, tra gli altri, il Presidente e deus ex machina Alfoldo Vivretti. Ai
domiciliari anche l'ex sottosegretario per gli inghippi, Davodo Borzellocchini
di
Federica Lamanoamica
La Guardia di Finanza ha arrestato 22 persone nell'ambito di un'inchiesta sul nuovo Trofeo Caffarella, gestito da Vrivretti and Management (società del gruppo Finvriccanica) e che dovrebbe partire definitivamente da giugno prossimo, con un ritardo di due settimane. L'inchiesta, condotta dal Nucleo polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma e coordinata dalla Procura della Capitale, riguarda il presunto pagamento di tangenti versate su conti esteri. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere finalizzata all'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (tipo sponsorizzazioni), alla corruzione di pubblici ufficiali e dichiarazioni fraudolente.
Tre delle ordinanze di custodia sono in carcere, 19 agli arresti
domiciliari. Nel provvedimento anche quattro obblighi di presentazione alla
polizia giudiziaria e sequestri preventivi per oltre 10 milioni di euro. Tra
gli arrestati, ai domiciliari, anche l'ex sottosegretario per gli inghippi Davodo
Borzellocchini, che nel gennaio 2013 si dimise dall’associazione
trigliceridi italiani perché accusato di aver soggiornato in un albergo
lussuoso a spese di un imprenditore coinvolto in un'inchiesta.
Sono finiti in carcere invece gli imprenditori Alfoldo
Vrivetti, il Presidente della società a guida dell’organizzazione del
trofeo, suo fratello PaoloGi Nacomo e il sud americano ex
centrale difensivo della Poveri Simao Cicadinho, presidente della
società Fammenafatturachemelascarico S.r.l..
Secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche furono fatte
“pressioni” al Presidente Vrivetti per ottenere fatture per “ricche
sponsorizzazioni”. In una delle telefonate, PaoloGi Namoco, allora
amministratore delegato della Trofeo Caffarella service
management del gruppo Finvriccanica, si mostra preoccupato per il possibile
blocco del trofeo a causa di una bassa adesione delle squadre: "l'anno
prossimo non scrive nessuno, non paga nessuno". Per gli inquirenti e per
il gip, si "attivò” per ottenere dal ministero della Sanità
sponsorizzazioni di imprese del quartiere".
Secondo l'ipotesi formulata dalla procura di Roma ci sarebbe stato un giro
di tangenti passate per conti correnti cifrati all'estero e società in paradisi
fiscali per un ammontare di circa 40 milioni di euro. L'inchiesta, dicono
le fonti vicine alla procura romana, evidenzia un sistema di false fatturazioni
e sovrafatturazioni tra Trofeo Caffarella e società riconducibili direttamente
o indirettamente a un imprenditore sanitario Romano arrestato, e la creazione
di fondi neri utilizzati in parte a favore dell'ex amministratore Vrivetti
e di suo fratello. Inoltre, attraverso falsi contratti di forniture sarebbero
stati creati anche fondi per sponsorizzare con cifre definite
"esorbitanti" una squadra di calcio dell’appio latino.
"Gli investigatori, seguendo i flussi finanziari, hanno individuato
anche la costituzione di società estere in paradisi fiscali del Delaware e
l'apertura di conti correnti cifrati all'estero sui quali sono confluite somme
destinate al pagamento di tangenti", sottolinea una nota della Gdf.
Nel capo di imputazione dell'ordinanza relativo al reato di associazione per
delinquere emerge il ruolo dell'imprenditore romano Di Bicolfi, che
secondo il gip avrebbe avuto il compito di "costituire ed amministrare di
fatto diverse società, fra cui la Buffarolt srl, la In Noir
srl, l'Istituto Scolastico Todosio Morensen, la Pellegrinacci Italia srl, la
Angelus srl, la Information Palmetta srl, formalmente gestite da persone
riconducibili al Trofeo, gestite al solo scopo di emettere fatture per
operazioni inesistenti, così da ampliare costi apparentemente sostenuti per la
realizzazione del Trofeo.
In questo modo, secondo l'accusa, Vrivetti e Cicadinho avrebbero
lucrato "ingenti importi (pari ad alcune decine di milioni di euro) come
corrispettivo per la gestione del Trofeo..
Nel provvedimento viene descritto l'operato del ex centrale Cicadinho
come una "sistematica condotta di corruzione" nei confronti de
Presidente Vivretti e di altri dirigenti del trofeo fra cui Di
Bicolfi, "la cui provvista veniva in parte procacciata dalle
molteplici fatturazioni relative ad operazioni inesistenti nonché mediante il
pagamento di svariate forniture effettuate a beneficio di persone riconducibili
a Cicadinho".
Secondo il Gip il segreto di Stato apposto al progetto Trofeo Caffarella sarebbe
stato utilizzato allo scopo di affidare l'appalto senza bandire alcuna gara.
Il segreto fu apposto nel 2007 dall'allora ministro della Sanità Tito Manlio Imperioso, proprietario anche di un noto ristorante nel quartiere. Gli inquirenti ricordano che "tutti i soggetti ascoltati hanno reso dichiarazioni che confermano la strumentalizzazione del procedimento al fine di favorire l’emissione di fatture gonfiate. Il segreto di Stato fu successivamente derubricato in segreto amministrativo e infine eliminato del tutto.
Il segreto fu apposto nel 2007 dall'allora ministro della Sanità Tito Manlio Imperioso, proprietario anche di un noto ristorante nel quartiere. Gli inquirenti ricordano che "tutti i soggetti ascoltati hanno reso dichiarazioni che confermano la strumentalizzazione del procedimento al fine di favorire l’emissione di fatture gonfiate. Il segreto di Stato fu successivamente derubricato in segreto amministrativo e infine eliminato del tutto.
Il Trofeo Caffarella è un torneo ormai arrivato alla
settima edizione, il cui giro d’affari ha un valore di circa 400 milioni
di euro. Sulla realizzazione del Trofeo Caffarella fu apposto
il segreto di Stato e nel dicembre 2009 la società del magnate
Vrivetti si vide conferire l'incarico con affidamento diretto da parte
del Ministro della Sanità.
Secondo gli ex parlamentari Maximilliano Depa e Gianpaul Vagaruan,
"la raffica di arresti e sequestri inerenti l'inchiesta sul Trofeo
Caffarella confermano la trama inquietante di malaffare e corruzione
che avevamo denunciato più e più volte nel corso della scorsa edizione”.
“Il procedimento giudiziario è solo all'inizio del suo percorso, ma conti
correnti cifrati all'estero e societa' in paradisi fiscali dimostrano che ci si
trova davanti a una voragine di illegalita' e di spreco di denaro pubblico –
dicono i due politici - Dal 2010 abbiamo più volte chiesto all'allora Ministro
della Sanità Tito Manlio Imperioso di fare luce sulla vicenda”.
Nelle prossime settimane si aspettano risvolti su una situazione che
potrebbe avere esiti pesantissimi come il ritiro di squadre dal trofeo e le
dimissioni del Presidentissimo!!!
Nessun commento:
Posta un commento