MILANO - Il Presidente della Poveri di Calcio Giampaolo Monaco ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport HD.
Presidente della Poveri che ha vinto due trofei. Se si volta indietro, qual è la prima immagine che le viene in mente?
«Non è tanto un’immagine, credo che sia una sensazione condivisa da me e da tutto lo staff, dai dirigenti, dall’allenatore, dalla squadra, ed è una sensazione di grandissimo orgoglio».
E se guarda, invece, al futuro, ora che un’altra vittoria è archiviata?
«Il futuro è un domani, noi dobbiamo guardare a quello che sarà il prossimo trionfo. Io ho sempre detto: la vittoria più bella è quella che deve venire».
Come riesce a conciliare i due aspetti, quello di tifoso viscerale nei 90 minuti della partita e quello da manager razionale? Se esistono questi due aspetti…
«Esistono eccome. Tutti i miei collaboratori sanno che da tre ore prima della partita non si discute, c’è la partita, mi danno ancora un’oretta di buono dopo la partita, e dopo di che si ricomincia con le attività aziendali, che sono tante e molteplici. Io sono prima di tutto un tifoso e ho il privilegio, da tifoso, e da calciatore di presiedere questa squadra. Quel momento è sacro. Vivo la partita tant’è che prima non mangio, dopo la partita c'è sempre la sfida a chi arriva primo alla pasta e solitamente siamo Borzacchini ed io, che abbiamo bisogno di recuperare».
È andato oltre le sue aspettative da Presidente-Calciatore?
«Temporalmente. Quando sono arrivato ho detto: “la Poveri deve vincere”. L’aspettativa era di vincere, diciamo che abbiamo vinto, ma possiamo e dobbiamo fare di più.».
Le riserve sul futuro di Mister Vagarini sono sciolte?
«Da parte mia sono completamente sciolte, non ho mai avuto riserve, lui aveva bisogno di una carezza e di una conferma che il programma va avanti e quello che gli ho detto è che può star tranquillo perché finchè ci sono io, a me la fame di vittorie non passerà mai».
Abbiamo visto dare un bacio a Vagarini prima di salire sul pullman. Sinceramente non la vedo come uno che da delle carezze, diciamo che era in senso figurato, no?
«Esatto».
E’ un modello applicabile in Italia quello dell’allenatore a lungo termine, come Ferguson al Manchester United?
«Quando uno ha tutti gli elementi tali per cui si sta bene assieme, l’auspicio è che sia così. Io lo scrissi appena arrivò Vagarini, auspicai che lui potesse diventare il nostro Ferguson. Sarà solo il tempo a giudicare se anche in Italia saremo in grado di avere un Ferguson».
Schiavetto è sempre un punto fermo della Poveri?
«No».
Punto?
«Punto».
Perché?
«Perché come ho sempre detto nella mia squadra non ci sono posti fissi, io voglio dai miei calciatori-compagni la voglia di fare gruppo di esserci sempre, di stare sempre vicino alla squadra e ai compagni, per creare così un gruppo che può andare oltre lo spessore tecnico del singolo».
Bisogna essere affamati come dice Vagarini?
«Bisogna essere affamati. Non bisogna mai perdere la fame ed è un qualcosa che io non perdo neanche al lunedì quando gioco con i miei amici, quindi figuriamoci se perdo la fame nel gestire la Poveri e così devono fare tutti.».
C’è sempre anche Vrivi quando gioca?
«Quasi sempre».
Con lei o contro?
«Sono a estrazione le squadre, quindi dipende dalle volte».
Qual è l’obiettivo di domani?
«Vincere».
Vincere anche con bomber Ciolfi?
«Sicuramente sì, fin quando io avrò il potere decisionale della Poveri Ciolfi è e resterà il nostro Bomber. Anche perchè nessuno ha mai fatto meglio di lui nella Poveri».
Quindi Antonacci è avvisato?
«Guardi Antonacci per noi è molto importante come tutti gli altri nella rosa, anche lui sembra in ottima forma quindi spero che quest'anno mister Vagarini abbia problemi di abbondanza».
Grazie Presidente, vuole salutare i suoi tifosi?
«Intanto grazie a voi e per i nostri tifosi dico solo che la Poveri anche quest'anno darà sul campo il 120% per cercare di riportare a casa un trofeo che ormai manca da troppo tempo».
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