venerdì 13 luglio 2012

POVERI DI CALCIO: LE PAGELLE


TONI VRIVI: che serata. La sua serata. La sente, la respira, non lasciando niente al caso. (dell’organizzazione parlerò più avanti). Dal riscaldamento meticoloso con il “suo braccio destro”, al comandare di nuovo la difesa come sa, al far sentire la sua voce che riecheggiava per tutta la valle della Caffarella. Presente in tutta la gara, non sbaglia niente, nelle uscite e nel secondo tempo con un riflesso d’altri tempi. La ciliegina sulla torta i due rigori parati alla grande, peccato che però non siano risultati decisivi per la vittoria finale. Ma ne siamo certi, ci riproverà con più ardore la prossima stagione: IMMENSO. 8
IL TORNEO DI TONI: parte in sordina, tanto troppo, lontano parente del Ragno che si era portato a casa il Trofeo di miglior portiere la scorsa edizione. Nelle amichevoli e nelle prime uscite non ha niente da dare. Poi si fa male alla schiena e le male lingue lo avrebbero voluto fuori dal Torneo ad occuparsi solo dell’organizzazione. Rientra e mette il suo timbro nell’ultima gara della regular season, e poi risulta l’uomo in più nella semifinale contro i Nati Stanchi e in finale. Peccato che il Torneo sia concluso, avrebbe potuto dare ancora tanto: IN CRESCITA 6 ½

 FABIO BARCHITTA: prestazione sui suoi standard. Impeccabile in fase di chiusura e contenimento, cerca anche di essere pulito nel rilancio dell’azione. In area, un suo intervento, fa gridare al rigore alla squadra avversaria. Ma lui sapeva di non aver fatto nulla e nel post partita mimava il gesto: “ho fatto appena così” (Aprendo le braccia di un paio di metri) guardando da un’altra parte: D’ESPERIENZA 7
IL TORNEO DI FABIO: due partite, un gol bellissimo su punizione, tanta ma tanta concretezza nel reparto difensivo, e una affinità con i compagni da assoluto veterano. E due finali giocate e perse al suo attivo. I senatori per la prossima stagione faranno di tutto per fargli fare tutte le gare della regular season ma lasciandolo alla famiglia la sera della finale: STATTENE A CASA. 6 ½

CHICCO BIFOLCHI: non esagera mai in campo con passaggi azzardati, fa sempre la cosa più semplice per far girare al meglio la squadra. Gioca palla a terra merito degli ultimi insegnamenti del calcio spagnolo ricevuti e guida al meglio il suo allievo sulla corsia di sinistra. Realizza il primo rigore della lotteria e corre finalmente ad abbracciare Nonna Teresa. Leader indiscusso della Poveri, ma purtroppo per motivi di residenza sarà il grande rinforzo dei Nati Stanchi per la prossima stagione. La sua leadership ci porterà in alto (By Angelo): TIKI TAKA. 8
IL TORNEO DI CHICCO: E’ il suo anno di grazia, probabilmente il miglior trofeo mai disputato. Si presenta ad inizio trofeo in una forma fisica eccellente che riesce a mantenere per tutta la durate di questa sesta edizione. Sbaglia pochissimo e mai come quest’anno è lui a far ripartire l’azione dei Poveri. Leader indiscusso di un centrocampo che lo segue con rispetto ed attenzione. Con un Chicco così cosa vuoi di più dalla vita? MISTERCARD. 7

SIMONE CICADI: la sua prestazione ci ha lasciato senza parole. Mai in affanno, mai un intervento o un passaggio sbagliato. Concentrato dall’inizio alla fine. Ha lasciato le briciole a chiunque è passato dalla sue parti. In scivolata a pochi passi da Vrivi, chiude alla grande immolandosi. Peccato per quel rigore: PROTAGONISTA 7 ½
IL TORNEO DI SIMONE: assoluto comandante della difesa, prestazioni sempre all’altezza e di spessore. Mai in affanno contro qualsiasi tipo di avversario, il Baresi de noantri il meglio lo da nelle ultime tre partite, quelle da Poveri, quelle di cuore, da dentro o fuori. E lui c’è. Sempre. Va sul dischetto sia in semifinale che in finale, e peccato che quello più importante lo sbaglia: THE WALL. 7

GABRIELE SCHIAVETTO: un’altra perla alla sua collana. Si carica la squadra sulle spalle cercando di dare un senso alla serata che lo scorso anno non aveva potuto vivere. È in ogni zona di campo, con la sciabola o con il fioretto, rende facile anche le cose più complicate. Nonostante il rigore sbagliato, uno dei migliori in campo per la poveri: INTRAMONTABILE. 7
IL TORNEO DI GABRIELE: partenza a rilento, a parte la prima giornata dove era andato a bersaglio ben due volte. Poi passo dopo passo, con qualche urlaccio di troppo ai compagni, qualche arrabbiatura perché la forma tardava ad arrivare, si è preso in mano la squadra nei momenti delicati e l’ha portata quasi sul gradino più alto. In finale ed in semifinale con risultati alterni si è anche presentato sul dischetto: TOP 11. 7

MASSIMILIANO DE PASCALE: è quando manca che ce ne accorgiamo. La sua presenza in finale ha dato spessore alla difesa, perché con le unghie e con i denti ha dato vita ad una partita di spessore e senza lasciare nulla al caso. E quando ha potuto ha dato anche via spesso e volentieri alle azioni di attacco: SPUMEGGIANTE. 6 ½
IL TORNEO DI MAXDEPA: anche lui parte in sordina, poi si scioglie, entra nello spirito e le sue prestazioni oltre di grande corsa, sono di cuore. Il cuore pulsante della Poveri si è arricchito con un nuovo battito. Che ha dato fondo a tutte le sue energie, anche quando non ne aveva più: PENDOLINO. 6 ½

CRISTIANO CICIARELLI: partita complicata la sua, visto che aveva davanti uno degli attaccanti più rognosi della squadra avversaria (piccolo e con un buon dribbling), prima va in difficoltà, poi piano piano prende le misure non demeritando affatto, producendosi spesso in uno contro uno in cui è spesso vincitore. Il tutto davanti ad un tifoso doc (MARCO) accorso per vedere papà alzare la coppa. Peccato, ci riproverà la prossima stagione: NEO-PAPÀ. 6
IL TORNEO DEL NEO PAPÀ: insomma sto vecchietto di grinta e tenacia ne ha da vendere, e spesso si trova davanti pischelli che quando lui calcava i campi loro avevano ancora il ciuccio. Ma non fa una piega e gioca un bel Torneo. Senza mai demeritare. Spesso si prende i rimbrotti, ma spesso si è preso anche gli applausi convinti dei compagni di squadra: RINGIOVANITO. 6

EMILIO STELLA: l’ho detto e ripeto, se butta dentro quella palla mi spoglio nudo davanti a tutti. Ci arriva forse con troppa foga, se avesse avuto la calma dei lunedì di calcetto (forse perché non aveva il suo amico Rossoni davanti) staremmo a raccontare altro: DI GIUSTEZZA EMI’.. DI GIUSTEZZA. 6
IL TORNEO DI EMILIO: in 6 partite ha avuto due occasioni pulite pulite per segnare. Peccato, perché l’avrebbe meritato, se non altro per gli sfottò simpatici che si becca ad ogni gara dai compagni (ora ci si mettono pure gli avversari.. e qui non la finiamo più allora), per l’impegno che mette, per il suo essere QUELLO PIU’ PRESENTE DEL TROFEO, per il suo sorriso anche quando gioca poco: ORA AVRA’ FINALMENTE DA LEGGERE IN PANCHINA. 6

DIEGO ANTONINI: gioca senza strafare per via della lesione alla coscia, ma non sarebbe mancato per niente al mondo, ma non sbaglia nulla. Sempre ben posizionato e attento, anche se con qualche appoggio sbagliato di troppo, fa tutto bene anche se con troppa calma: SERAFICO. 6
IL TORNEO DI DIEGO: sta lesione lo frena e non poco e non lo fa stare sereno. Fa il secondo a vaga nei quarti, Salta la semifinale (messaggio sul cell di chi scrive: VOGLIO GIOCARE LA FINALE) e come promesso gioca la finale, anche se con il freno a mano tirato. Però in campo mette tutto quello che può, che non è mai poco: LAZZARO. 6

GIAMPAOLO PATRON MONACO: quando il gioco si fa duro, beh, lui c’è. Parte fuori per un problema muscolare, ma dal suo ingresso scarica il contachilometri, dando la consueta sostanza in mezzo al campo. Meraviglioso un corpo a corpo in un allungo di almeno trenta metri con Spurio sull’out di sinistra: CATERPILLAR. 6 ½
IL TORNEO DEL CAPITANO: purtroppo costretto a saltare due gare, per il resto il suo lo fa sempre. Partite di sostanza, di grinta, di carica, non lascia niente a nessuno. Meravigliosi i duetti con i Nati Stanchi (Petrilli in primis) e altrettanto l’abbraccio alla consegna “degli oscar” durante la cena: CLONATELO. 7

IL TORNEO DI GIORGIO: una caviglia in disordine lo mette ko per la finale. Però un salto poteva farlo, o comunque poteva stare insieme a noi per la cena. Se non ce la faceva a camminare lo avremmo portato anche in braccio. Comunque un po’ sotto tono per i suoi standard, un po’ estraniato dal contesto, e questo è quello che ci è dispiaciuto di più. Ma sono certo che sarà l’arma in più (o l’uomo di corsa) nella prossima edizione: ALLA PROSSIMA. 5

GIANLUCA CIOLFI: la sua gara, molto ben giocata, di sacrificio, poteva essere impreziosita dalla rete a gara praticamente finita. Bastava poco, pochissimo per farci entrare nella gloria. Peccato. Ma si rifarà, ne siamo certi: PER POCO. 6
IL TORNEO DEL BOMBER: parte piano, troppo. Poi carbura, carbura, sempre di più siglando tre reti nelle due gare da dentro o fuori. Ero convinto che avrebbe timbrato pure in finale (ma ci è mancato veramente poco). Il rigore contro il Deportivo pesava una tonnellata e lui non lo sbaglia, si incarica di tirare l’ultimo in semifinale e lo stampa sul palo, e anche l’ultimo in finale con una rabbia infinita (il botto lo hanno sentito fuori Roma): FREDDO 6 ½

IL TORNEO DI VALENTINO: glielo abbiamo ripetuto più volte, con quel fisico dovrebbe “campà de prepotenza”, ma a volte sempre il cerbiatto spaurito della Disney. Sigla comunque due reti che tengono a galla la squadra, e in semifinale tira fuori una prestazione sontuosa, fatta di muscoli grinta a caparbietà. Sembra finalmente entrato in clima Poveri. Peccato per la sua assenza in finale, sarebbero servite le sue lunghe leve: DAL MECCANICO 6+

FABIO ANTONACCI: 15 minuti di riscaldamento al mio fianco, è stato come la goccia cinese “eh.. paura per lui.. ma se mi rifaccio male, ehhh paura per lui.. eehhhhh paura per lui”. Poi entra in campo si scioglie e pensando a non farsi male gioca anche un buon calcio, fatto di pochi tocchi e con acume tattico. Alla prossima lotteria dei rigori lo chiudiamo a chiave negli spogliatoi: ENRICO TODI. 6
IL TORNEO DI FABIO: goccia cinese pure qui. A volte invece di prendere un bel respiro per ossigenare polmoni e cervello, borbotta anche con il più tranquillo degli avversari. Però non demerita e anzi è quello che ci ha provato sempre e comunque fino alla fine: CERCASI BOMBER. 6

DAVIDE BORZACCHINI: parte dall’inizio dando peso (non è una battutaccia.. anzi) al centrocampo della Poveri. Un po’ schiacciato sulla propria difesa avrebbe dovuto accompagnare di più nel pressing Lele, ma non gli possiamo rimproverare nulla. Da fondo alle sue energie, e quando è fuori la sua voce e il suo incoraggiamento sono il punto forte su cui si poggia la squadra: DI PESO. 6
IL TORNEO DI BORZA: una nuova vita calcistica per lui. Da marzo andava sbandierando che avrebbe preso in mano il centrocampo della Poveri, e in parte lo ha fatto. Criticato bistrattato da critica e compagni, ha sempre fatto il suo, e nelle due volte che ha indossato la fascia quest’anno sono arrivati 4 punti quattro. Sarà stato un caso? Mah.. in ogni modo il meglio lo ha dato dalla panchina, sempre prodigo di consigli!!: THE VOICE. 6

EMANUELE DE SCISCIOLO: partita di sacrificio la sua, per via di un cliente piuttosto scomodo dalle sue parti. Non si risparmia nonostante un problemino alla schiena, e una volta spostato davanti tenta più volte la giocata vincente. A mio avviso dovrebbe giocare più avanti vista la sua velocità, per creare problemi alle difese avversarie: CONVALESCENTE. 6+
IL TORNEO DI EMANUELE: avrebbe potuto dare molto di più, spesso massacrato in un lavoro dispendioso, su e giù per la fascia, si è comunque buttato giù a volte per aver giocato fuori ruolo. A noi non è dispiaciuto per impegno e dedizione, magari avrebbe dovuto dosare meglio le forze nell’arco delle gara. Unico neo, la maglia gettata con un gesto di stizza, dopo l’ennesima sostituzione: NERVOSO. 6

LA LINEA VERDE

IL TORNEO DI ROSI ALESSIO: catapultato in questa realtà, sostituisce il Ragno Nero in una di quelle partite da non sbagliare. E lui non la sbaglia, tranquillo, sicuro, da sicurezza al reparto, e si produce in un paio di buonissimi interventi a terra: BUONA LA PRIMA. 6 ½

IL TORNEO DI SPERA ALESSIO: finalmente gioca in una difesa a tre (suo pallino) e mette muscoli e intelligenza tattica al servizio della squadra. Anche lui catapultato in una gara da dentro o fuori, non sbaglia un intervento, mettendoci grinta e applicazione. Contrariato per l’orario della gara (“a mi, buttiamoli fuori”), è stato ascoltato: PROFETA. 7

FRANCESCO RIPA: gioca poco, ma in campo si fa sempre sentire. Provato davanti per far salire la squadra, fa a sportellate con tutti, ma non sempre azzecca la giocata giusta: CONTAGOCCE. 6
IL TORNEO DI BOBO: si gioca alla grande le due partite della speranza della Poveri, e nella prima trova la rete della speranza con uno strepitoso colpo di testa a partita praticamente finita. Nella seconda nonostante tutto mette la museruola niente popò di meno che Gundam Terracina. Impeccabile nelle chiusure, alte e basse non fa differenza, pecca un po’ nel far ripartire l’azione, ma a noi è andato benissimo così: IMBARAZZANTE. 7

MASSIMILIANO PETRUZZI: che dire di questo ragazzo. Ara la fascia dal primo all’ultimo minuto, senza soluzione di continuità cercando a volte l’uno due, a volte di spaccare palla al piede la difesa avversaria. E gli riesce tutto e alla grande, tant’è che Mister Malgieri gli prepara una gabbia apposta per lui. Ma dopo qualche minuto di studio, il nostro trova le chiavi e la apre a suo piacimento. Nel primo tempo dopo una percussione centrale momenti di destro fa gol dai venticinque metri, e nel secondo diventa imprendibile, mettendo in area palloni su palloni, e su uno momenti fa capitolare gli orange con la più clamorosa delle autoreti: FRECCIA ARGENTO. 8
IL TORNEO DI TMAX: beh che dire, partita dopo partita il 92 della Poveri, si è conquistato l’appellativo di POVERO AD ONOREM. Preciso, puntuale, grintoso, porta qualità (tanta tanta roba) e una ventata di freschezza, oddio più che una ventata ogni volta che passava su quella fascia per avversari sembrava un tornado, lasciandosi dietro solo macerie: DEFLAGRANTE. 8

MISTER VAGARINHO: sarà stata l’amarezza (terza finale persa) per il risultato finale, ma quelle frasi negli spogliatoi ci sono piaciute davvero poco “trovateve un altro Mister, che io il prossimo anno andrò in giro per l’Europa” (ma l’Europa League… -forse- non finisce a fine Maggio??). Fatto sta che anche lui parte in sordina, cambiando spesso il modulo, anche in corsa, e la squadra si perde dando segni di sbandamento. Poi si ravvede, sceglie il modulo migliore e va avanti per la sua strada fino alla fine. Per onestà abbiamo contato in 6 partite un’infinità di azioni da rete, segno evidente della mano del tecnico, che sfortuna a parte, si è dimostrato senza dubbio il migliore: ARIPENSACE VAGA UNO DI NOI. 7

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